top of page

Comunità in Cammino

Notiziario periodico dell'Unità Pastorale Cristo Acqua Viva

2017%20interno_edited.jpg

Prima edizione di Acqua Viva per tutti

Quest’anno si è svolta la prima edizione di “Acquaviva per tutti…comunità in festa”, organizzata dal Consiglio Pastorale dell’Unità Cristo Acqua Viva.
La festa è iniziato la sera di sabato 9 settembre presso il teatro parrocchiale di Roncone dove è stata messa in scena dai ragazzi dell’oratorio di Roncone la commedia: “Nar e vignir”. L’entrata era a offerta libera e ha visto partecipi circa 300 spettatori, ai quali è stato consegnato un biglietto numerato per l’estrazione dei premi, dopo lo spettacolo teatrale. A conclusione della serata, il gruppo Cantabont ha intrattenuto il pubblico con una serie di canzoni. La festa è continuata nella giornata di domenica 10 settembre presso la zona lago. Alle ore 10.30 è stata celebrata la Santa Messa dal nostro don Celestino, animata dai bambini della catechesi e dai cori della nostra Unità Pastorale, con la partecipazione di circa 400 fedeli. Dopo l’aperitivo offerto dalla Pro Loco è stato servito il pranzo preparato dagli Alpini, che prevedeva polenta carbonera, verdura, una fetta di torta e una bevanda: un pranzo veramente gustoso per circa 300 persone.
Nel corso del pomeriggio era sempre aperto il gioco “Indovina il peso”: il partecipante doveva indovinare il peso di una forma di formaggio, chi più si avvicinava al peso verso, vinceva la forma stessa. Inoltre al pomeriggio è stata tenuta da parte di Severino Papaleoni la presentazione e poi la vendita di alcuni quadri offerti dai pittori della nostra comunità. La festa si è protratta fino alle 16.
Lo scopo che i membri del Consiglio Pastorale hanno voluto dare a questi festeggiamenti è stato pienamente raggiunto: quello di riunire la gente delle nostre parrocchie, non dimenticando coloro che soffrono, anche per disagi economici.
Obiettivo raggiunto concretamente, infatti, il ricavato di ben 3.601€ sarà utilizzato per un sostegno economico verso queste persone, si è così riusciti anche a rafforzare l’unione tra i nostri quattro paesi.
Infine a nome di tutto il Consiglio Pastorale ringrazio colore che hanno aiutato a organizzare questa festa, grazie anche a tutti i partecipanti che, come spiegato, hanno contribuito a sostenere la nostra comunità
Isabel Bazzoli

2012 interno.jpg

Oratoriani sul palco

La fervida fantasia, la singolare sensibilità verso gli avvenimenti del passato, sono i presupposto che hanno consentito a Federica Pizzini, una nostalgica Ronconese, di scrivere una comicissima commedia dal titolo “Se ghe voria en fler”. Essa descrive le tensioni che solitamente caratterizzavano le nostre famiglie contadine alla vigilia di un atteso e significativo avvenimento. Una tensione che si accentua allorquando un familiare è direttamente coinvolto nella organizzazione dell’avvenimento stesso. In un simile contesto ogni modificazione del normale svolgersi della vita familiare crea grande tensione. Ma non solo, nei momenti difficili, le peculiarità dei caratteri emergono e si fanno evidenti. La famiglia protagonista della commedia è allargata a uno zio, scapolo ma saggio. Una figlia poi si proclama innamorata di un meridionale, il cui arrivo è imminente. I conoscenti ed i parenti sembrano più che ma curiosi di sapere come e con quale abbigliamento il capo famiglia parteciperà al grande avvenimento. A complicare ulteriormente la situazione è lo stato di malessere del padre alla viglia dell’avvenimento, conseguente alla ingestione di una dose eccessiva di un macerato di carrube portato dal fidanzato siciliano della figlia. In presenza di situazioni e/o persone volte a destabilizzare la quiete familiare al capo famiglia non rimane che invocare la presenza e l’uso, quale strumento volto a riportare la quiete del “Fler”. Un antico strumento utilizzato nel passato per la battitura di fagioli e cereali. Ma qual è l’avvenimento che tanto scompiglio ha portato nella famiglia? L’inaugurazione del lattodotto. Un impianto tecnologico che veramente ha rivoluzionato la zootecnica ronconese nel lontano 1957. La commedia pertanto si riferisce a un avvenimento realmente accaduto, ed è verosimile che abbia portato nelle famiglie degli amministratori del caseificio e comunali apprensione e tensione. La commedia non ha potuto essere premiata al concorso “Insegnare Roncone” in quanto opera culturale non prevista dal bando. Tuttavia alle animatrici dell’oratori non è sfuggita l’occasione, forse unica, di arricchire già il nutrito programma oratoriano, includendo la rappresentazione della commedia. E come un grande prestigiatore dette animatrici hanno fatto uscire dal cappello un affiatato gruppo di piccoli attori che, partendo dalla prima rappresentazione presso il teatro parrocchiale di Roncone, hanno portato la loro applauditissima recita un po’ ovunque. Piccoli attori che tuttavia si sono talmente immedesimati nel ruolo dall’apparire insostituibili. Se si è trattato di una sperimentazione volta ad accertare la presenza di condizioni per dare vita a una “Filodrammatica oratoriana” l’esperimento è perfettamente riuscito. Simpatica e molto apprezzata è stata poi la conclusione della “Prima” con la proiezione e il commento di alcune fotografie riguardanti la vera inaugurazione del lattodotto. Commovente il volto soddisfatto dei nostri amministratori e politici invitati alla cerimonia. Un atto doveroso di riconoscente ad amministratori veramente illuminati.
Gianni Bazzoli

fler 2013.jpg

Intervista speciale a Fabiano e Michele

Come avete saputo dell’esistenza di questa commedia e come avete deciso di rappresentarla?

Michele: tutto è cominciato a dicembre, quando con un esperto in filodrammatica di Preore, Silvio, abbiamo cominciato a provare la commedia “Se ghe voria en fler”, spinti dall’emozione di fare una nuova esperienza.

Fabiano: quel giorno eravamo tutti in oratorio, insieme con Rachele, un gruppo abbastanza numeroso che doveva scegliere le attività da portare avanti in tre distinti gruppi. Io e il mio gruppo abbiamo deciso di fare la commedia, dato che già l’anno prima avevamo recitato e ci sembrava quasi obbligatorio, continuare su questa strada.

Come e dove avete fatto le prove?

Fabiano: ogni venerdì, da dicembre in poi, ci si incontrava per circa un’oretta in oratorio a provare. Da una volta all’altra ci toccava imparare un pezzo nuovo. Poi, alla fine, quando tutto era pronto per un paio di volte ci siamo incontrati un intero pomeriggio a provare. Nel frattempo un altro gruppo ci ha seguiti con la preparazione delle scenografie.

Michele: durante le prove settimanali non mancavano i sorrisi e le risate malgrado fossimo molto impegnati nel portare avanti la commedia.

Nella commedia si parala quasi sempre in dialetto e tu, in particolare, uscivi con frasi e parole ronconesi doc. Ma erano scritte proprio così le battute?

Fabiano: sì, erano scritte così, io non ho inventato niente, dovevo rispettare lo scritto al 100%. Certamente ero favorito dal fatto che il dialetto l’ho sempre parlato a casa, fin da piccolo. Erano parole che già conoscevo, tranne qualcuna.

Diteci qualcosa in più dei personaggi

Fabiano: il mio personaggio si chiama Bortolo, è praticamente il padrone di casa, un contadino che ha due o tre mucche, un allevatore, un piccolo allevatore. Accanto a lui ci sono i suoi familiari, la moglie, la figlia, il fratello (saggio della famiglia) e Minico, un altro allevatore. E poi arriva Turiddu, il meridionale che parla in siciliano. Le scene sono quelle di una tipica famiglia di Roncone, nel giorno dell’inaugurazione del lattodotto.

Michele: il mio personaggio è proprio Turiddu. Quasi per scherzo ci siamo trovati a interpretare i vari personaggi e ala fine ci siamo accorti che nella casualità assomigliavano molto alla nostra personalità. Per me questo fatto ha caratterizzato la buona riuscita della commedia.

Come sono andate le rappresentazioni? Ne avete fatte già tante!

Michele: è un’esperienza bellissima che ci ha visti coinvolti su quasi tutto il territorio delle Giudicarie, a partire da Condino fino ad arrivare a Santa Croce e chissà dove ancora.

Fabiano: la commedia è piaciuta e specie gli anziani di Roncone se la sono goduta perché l’inaugurazione del lattodotto l’hanno vista, anche se allora erano piccoli. Adesso continuano a chiederci di rappresentarla. Siamo stati già alla Casa di riposo di Strada e di Condino, a Lardaro, a Por, a Bersone, a Castel Condino.

Ritieni che questa esperienza sia importante per i ragazzi dell’oratorio?

Fabiano: Sì, perché si riesce a stare insieme e a divertirsi. La consiglierei a tanti ragazzi. E poi per me è un modo di portare felicità, specie in momenti difficili e di crisi. Ma anche con gli anziani che incontriamo nelle case di riposo succede la stessa cosa, magari non capiscono tutto, ma si porta un po’ di felicità.

Michele: La cosa che mi ripaga di più è vedere che dopo tutti questi sforzi siamo riusciti a far ridere la gente e a portare compagnia e gioia alle persone anziane, ma il fatto più importante è che con il ricavato di questa commedia abbiamo aiutato molte comunità nell’America latina e molti nostri missionari compaesani.

Comunità in Cammino: Novità e aggiornamenti
bottom of page